Rapporti infragruppo e contratto di agenzia: internazionalizzazione con (rischio di) stabile organizzazione
Nel presente contributo dedicato alla internazionalizzazione di impresa sarà preso in considerazione il caso di 2 società (una residente in Italia e l’altra in Germania), appartenenti al medesimo gruppo multinazionale attivo nel settore dell’automotive: esse sono legate da 2 contratti di agenzia che le vedono promuovere reciprocamente i beni l’una dell’altra nei propri territori di competenza. In considerazione di tali modalità operative, si analizzeranno i tratti caratterizzanti della stabile organizzazione alla luce delle disposizioni domestiche contenute nel Tuir e della relativa elaborazione evolutasi in sede Ocse a seguito del progetto Beps.
Il contributo si concluderà, dunque, con alcune riflessioni di natura anche operativa quanto alla possibile esposizione di ciascuna delle 2 consociate al rischio che l’Amministrazione finanziaria del Paese di residenza della consociata controparte possa procedere alla contestazione di una stabile organizzazione (quindi c.d. “occulta”) sul proprio territorio.
Introduzione
In termini generali, Alfa è un gruppo multinazionale attivo nel settore automotive ed è presente – sia con filiali proprie che attraverso dealer indipendenti – in Europa, negli Stati Uniti d’America, nel Sud America e nell’estremo oriente. Più precisamente, il business principale del Gruppo è rappresentato dalla attività di trading di automobili che vengono acquistate presso le diverse case costruttrici per poi essere rivendute sui diversi mercati, talvolta anche a seguito di apposite modifiche per soddisfare esigenze regolamentari connesse alla immatricolazione e messa in circolazione.
Il Gruppo Alfa vede la propria sede in Italia ove è stata posta sia una società holding con il ruolo di supervisione, controllo e gestione attiva delle partecipazioni nelle controllate estere, sia una società controllata con funzioni commerciali. La holding di gruppo è stata altresì incaricata della erogazione dei servizi centralizzati di supporto alle attività delle controllate (c.d. servizi a basso valore aggiunto) nonché dei servizi di natura prettamente strategica. La controllata italiana e le subsidiaries estere sono impegnate in attività commerciali connesse alla promozione e vendita degli autoveicoli.
Con riferimento alla catena del valore, il business è così gestito e organizzato:
- a) in una visione complessiva, la supply chain del Gruppo Alfa prevede la presenza di una consociata in ciascuna area geografica ove sono presenti gli headquarters dei principali costruttori di autoveicoli. Tali consociate sono, dunque, investite degli acquisti (sourcing) di autoveicoli presso le case costruttrici;
- b) una volta effettuati gli acquisti sulla base di apposite previsioni di vendita relative ai mercati di sbocco elaborate dall’headquarters italiano, tali sourcing entities procedono a rivendere gli autoveicoli alle consociate presenti nelle diverse aree geografiche di interesse per il Gruppo Alfa, così incaricate della commercializzazione dei medesimi;
- c) con riferimento specifico al mercato dell’area Europa, delle attività commerciali 2 sono le entities del Gruppo responsabili: la controllata italiana Alfa Srl, la quale è responsabile della business line “autovetture e SUV”, e la controllata tedesca Alfa GmbH, la quale è invece referente per la business line “pick-up & truck”;
- d) più precisamente, Alfa Srl procede alla vendita diretta (i.e. fatturazione) di autovetture e Suv a tutti dealers presenti nei diversi Paesi europei, i quali si occuperanno infine della commercializzazione al cliente finale. In proposito, è importante considerare che Alfa Srl presidia con propria forza vendite il territorio italiano e i Paesi sud-europei che si affacciano sul Mar Mediterraneo; mentre, per quanto concerne i Paesi del Centro e Nord Europa, essa si avvale della attività di promozione a suo favore svolta da Alfa GmbH con la quale ha in essere un apposito contratto di agenzia;
- e) specularmente, Alfa GmbH procede alla vendita diretta (i.e. fatturazione) di pick-up & truck a tutti dealers presenti nei diversi Paesi europei, i quali si occuperanno poi della commercializzazione al cliente finale. Anche in questo caso, è importante sottolineare come Alfa GmbH presidi con propria forza vendite i Paesi del Centro e Nord Europa; mentre, per quanto concerne i Paesi del Sud Europa (inclusa l’Italia), essa si avvale della attività di promozione a suo favore svolta da Alfa Srl con la quale ha sottoscritto un apposito contratto di agenzia;
- f) una tale organizzazione delle attività di vendita sul territorio europeo attraverso i contratti di agenzia intercompany è strettamente correlata alla genesi della attuale conformazione del Gruppo Alfa: ovvero, esso è la risultante di una operazione di aggregazione di 2 preesistenti realtà attive l’una nella commercializzazione in modo particolare di autovetture e Suv e l’altra nella rivendita principalmente di pick-up & truck. In tali specifiche business lines, ciascuna delle preesistenti realtà era riuscita a dar vita a positive relazioni sia dal lato sourcing con le case costruttrici, che sul versante go to market con i principali circuiti di dealers. Di conseguenza, per una migliore salvaguardia e incremento di tali “asset” immateriali, si è proceduto – anche successivamente all’accorpamento delle 2 realtà – a mantenere separate le 2 business lines;
- g) a tali aspetti di natura strategica, si deve infine aggiungere quantomeno una ulteriore considerazione di natura strettamente economica: i modelli di veicoli commercializzati nell’ambito di ciascuna business line e i principali Paesi europei di sbocco delle vendite non consentono la realizzazione di ampi margini di guadagno. Pertanto, attraverso i suddetti contratti di agenzia intercompany, il Gruppo Alfa ha cercato di limitare il più possibile le operazioni di buy-sell infragruppo onde non disperdere – per così dire – in una lunga supply chain una porzione eccessiva dell’esiguo profitto complessivamente realizzabile su ciascuna business line.
In aggiunta, con riferimento a entrambi i contratti di agenzia infragruppo sopra menzionati, si ritiene utile precisare sin d’ora che essi sono stati predisposti traendo spunto dalle formulazioni adottate dal Gruppo Alfa in situazioni similari con soggetti indipendenti ai quali non è mai stato formalmente concesso alcun potere di rappresentanza. Ciò comporta che la finalizzazione dei (potenziali) contratti di vendita con i propri clienti da parte di Alfa Srl a seguito della creazione della opportunità commerciale da parte di Alfa GmbH è formalmente assoggettata alla espressa accettazione da parte di Alfa Srl medesima. E viceversa per quanto concerne l’attività di agenzia condotta da Alfa Srl a favore di Alfa GmbH.
Da ultimo, per quanto riguarda lo svolgimento pratico delle attività promozionali da parte di Alfa Srl da un lato e di Alfa GmbH dall’altro a favore l’una dell’altra, si segnala che le 2 consociate non hanno alcuno spazio a propria disposizione presso la sede dell’altra. Inoltre, Alfa GmbH non ha a disposizione né beni strumentali né personale di Alfa Srl per l'esercizio della propria attività di agenzia con riferimento al territorio italiano, e nemmeno per quelle operazioni aventi presumibilmente carattere preparatorio o ausiliario. Allo stesso modo, Alfa Srl non ha a disposizione beni strumentali o personale di Alfa GmbH per l'esercizio della propria attività di agenzia con riferimento al territorio tedesco.
Nel presente contributo, dunque, si procederà prima a fornire una rappresentazione dei principi e criteri di maggior rilievo per la identificazione della possibile presenza di una stabile organizzazione di una società in un Paese diverso da quello in cui ha la residenza fiscale.
Successivamente, alla luce di tali concetti, verrà effettuata una analisi in “chiaro-scuro” dei principali profili di rischiosità fiscale rispettivamente in capo ad Alfa Srl e Alfa GmbH per quanto concerne l’esistenza di una possibile stabile organizzazione della prima in Germania e delle seconda in Italia. A ciò si aggiungeranno infine alcune considerazioni conclusive in merito alle modalità di svolgimento delle attività di verifica da parte delle Amministrazioni finanziarie, soprattutto con riferimento alle tematiche di fiscalità internazionale, come la stabile organizzazione.
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